Dal mare alla tavola: come portare i ricordi dell’estate nei piatti di settembre
Settembre porta con sé un’aura di malinconica dolcezza: le giornate si accorciano, l’aria si fa più frizzante, eppure il palato conserva ancora il desiderio di trattenere le suggestioni del mare, dei viaggi, delle cene al chiaro di luna.
È il mese della memoria sensoriale, in cui i sapori dell’estate non svaniscono ma si trasformano, approdando in nuove interpretazioni culinarie capaci di evocare, con grazia e profondità, i ricordi di una stagione che si congeda.
Nel cuore dell’Alta Murgia, ai piedi della maestosa geometria di Castel del Monte, il ristorante Madreterra accoglie questa sfida con la consueta maestria: trasferire i profumi della costa, la freschezza dei pescati e la vivacità delle erbe mediterranee in piatti che si armonizzano con il ritmo più pacato dell’autunno nascente.
Il mare che diventa memoria
Non è soltanto questione di ingredienti: è un atto poetico. Un filetto di ricciola scottato e adagiato su una crema di ceci neri della Murgia, un carpaccio di tonno arricchito da agrumi tardivi e semi di finocchietto selvatico, oppure una pasta fatta a mano che unisce il mare ai frutti della terra, con vongole veraci e pomodorini essiccati al sole di luglio. Ogni ricetta diventa una narrazione, un viaggio che permette di assaporare ancora il vento salmastro e le lunghe giornate di sole, pur stando già immersi nelle prime brezze settembrine.
Il rito della stagionalità
L’identità di Madreterra poggia sul rispetto assoluto della stagionalità: è questo che rende ogni proposta gastronomica viva, autentica, mai artificiosa. I prodotti del mare si intrecciano con i doni della campagna pugliese: fichi settembrini, mandorle croccanti, olio extravergine di cultivar autoctone. Il risultato è una cucina che non imita l’estate, ma la sublima, conservandone l’essenza e traslandola in nuove sfumature, più mature e profonde.
Il piacere del ricordo che si rinnova
Mangiare, dopotutto, è anche un atto di memoria. Assaporare un piatto che richiama le onde, le vacanze, le risate tra amici, significa trattenere nel presente ciò che sembrava già appartenere al passato. Ecco il segreto del menù settembrino di Madreterra: un invito a ritrovare, in ogni boccone, un riflesso d’estate che illumina l’autunno.
Così, chi siede a tavola ai piedi del Castel del Monte non gusta soltanto un pranzo o una cena: compie un viaggio sensoriale che unisce la costa e l’entroterra, l’oggi e lo ieri, la leggerezza dell’estate e l’intimità dell’autunno.
Un brindisi, dunque, a settembre: il mese in cui i ricordi del mare si fanno piatto, e la cucina diventa poesia.
